CAMERA DI COMMERCIO DI FERRARA E RAVENNA

Data pubblicazione: 08/08/2023

Tipo Documento: Comunicazione

Settore: Pubblicazioni Generali

Numero: 75

OLTRE 400 LE IMPRESE FERRARESI E RAVENNATI CHE

POTREBBERO ESPORTARE (MA NON LO FANNO)

Guberti: “Non è possibile che quelle imprese che stanno tirando la volata sui mercati internazionali sopportino un peso delle imposte sui profitti lordi pari al 48% contro il 26% di quelle tedesche e spagnole”

“Le imprese ferraresi e ravennati manifatturiere che avrebbero le carte in regola per esportare i
propri prodotti all’estero, ma non lo fanno o lo fanno saltuariamente, sono oltre 400. Portare sui
mercati esteri queste imprese avrebbe un impatto sull’incremento dell’export manifatturiero di circa il
7%”. Così Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna.
Come mostrano le stime di Unioncamere e del Centro Studi dell’Ente di viale Farini, le imprese
esportatrici negli ultimi sono diminuite, con una contrazione di oltre il 3%. A ridursi, in realtà, è
soprattutto il numero delle piccole imprese, mentre sono aumentate le medio-grandi aziende. Inoltre,
le piccole imprese esportatrici (fino a 49 addetti) hanno anche una minore intensità di export rispetto
alle esportatrici di più grande dimensione (50 addetti e oltre), con un gap del 35% in termini di valore
di export per addetto: circa 82 mila euro contro 122 mila euro.
“Il sistema Italia – ha concluso Guberti - deve però attrezzarsi concretamente per mettere in atto una
strategia integrata di tutti i soggetti coinvolti nelle politiche di supporto alle imprese per
l’internazionalizzazione. Non è possibile ad esempio, che quelle imprese che stanno tirando la volata
sui mercati internazionali, sopportino un peso delle imposte sui profitti lordi pari al 48% contro il 26%
di quelle tedesche e spagnole”.
Le principali criticità evidenziate dalle imprese nell’indagine della Camera di commercio
Tra le incertezze delle aziende ferraresi e ravennati nell’affrontare l’internazionalizzazione, al primo
posto figura l’individuazione di partner locali adeguati, poi la complessità delle normative e gli
ostacoli di natura linguistica e culturale. Il punto di partenza – sottolinea la Camera di commercio - è
rappresentato dal fatto che il 95% delle imprese che si è già aperta ai mercati internazionali lo ritiene
fattore indispensabile per assicurare la crescita dell'azienda, e se due terzi di queste è riuscita a
compiere il processo in meno di 12 mesi, per chi non lo ha ancora fatto esiste una percezione più
dilatata e più della metà ritengono che ci vorrà oltre un anno di tempo. Questo riflette l'ansia di
dotarsi, soprattutto per le piccole e medie imprese, del know how interno per affrontare i nuovi
mercati. E infatti il 62% pensa che dovranno ricorrere alle competenze specializzate di consulenti
esterni, mentre solo il 38% di queste ritiene di avere in casa le conoscenze necessarie. Tra le
aziende già internazionalizzate, invece, il 90% ad oggi segue il processo con personale interno e
solo il 23% con esterni.

Data creazione: 08/08/2023

Data ultimo aggiornamento: 08/08/2023

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Comunicazioni e Avvisi correlati

Comunicazioni – Pubblicazioni Generali 11/03/2025
La certificazione riconosce l’impegno di Bunge nel promuovere costantemente un ambiente di lavoro inclusivo. Negli ultimi anni, l’azienda ha registrato un aumento del numero di dipendenti donne in Italia, in particolare nei ruoli di leadership. Attualmente, le donne rappresentano circa il 38% delle posizioni manageriali all'interno dell’azienda nel Paese, superando di gran lunga la media nazionale del 21,4% (secondo il Report Donne di Manageritalia, basato sugli ultimi dati ufficiali dell’INPS). “Questa certificazione conferma i nostri sforzi per promuovere l'uguaglianza in tutta la nostra organizzazione - dichiara Eleonora Babbo, rappresentante delle Risorse Umane di Bunge in Italia -. In Bunge, crediamo che una forza lavoro inclusiva e diversificata sia essenziale per il nostro continuo successo. I nostri dipendenti portano con sé una vasta gamma di competenze e background, fondamentali per rispondere alle esigenze in continua evoluzione del mondo. Siamo impegnati a promuovere una cultura di appartenenza in cui tutti possano prosperare”. Il processo di certificazione per la Parità di Genere ha valutato Bunge secondo una serie di criteri stabiliti dal Dipartimento per le Pari Opportunità, tra cui cultura e strategia aziendale, processi di gestione delle Risorse Umane, opportunità di crescita, equità retributiva, congedo parentale ed equilibrio tra vita lavorativa e privata. L’azienda ha raggiunto questo traguardo attraverso diverse iniziative chiave: la creazione di comitati dedicati, la nomina di un coordinatore per le politiche di parità, l’implementazione di obiettivi chiari, misurabili e trasparenti e lo sviluppo di attività specifiche volte a promuovere una cultura di appartenenza per tutto il team. L’impegno di Bunge per l’uguaglianza si estende oltre le proprie operazioni interne. L’azienda supporta attivamente organizzazioni e programmi locali a Ravenna che promuovono l’inclusione e l’empowerment femminile, tra cui Casa della Donna, Linea Rosa, Arcigay e Galla Placidia. Inoltre, Bunge è stata recentemente accettata nei Women's Empowerment Principles (WEPs), un’iniziativa congiunta del UN Global Compact e di UN Women. Questi principi forniscono linee guida per l’empowerment delle donne sul posto di lavoro, nel mercato e nella comunità. A proposito di Bunge A Bunge (NYSE: BG), la nostra missione è connettere gli agricoltori con i consumatori per fornire al mondo alimenti essenziali, mangimi e biocarburante. Con oltre due secoli di esperienza, una presenza globale senza eguali e relazioni profondamente radicate, lavoriamo per rafforzare la sicurezza alimentare globale, migliorare la sostenibilità nei luoghi in cui operiamo e contribuire alla prosperità delle comunità. In qualità di leader nella lavorazione dei semi oleosi e di produttore e fornitore di oli e grassi vegetali, valorizziamo le nostre collaborazioni con gli agricoltori per portare prodotti di qualità dai luoghi in cui vengono coltivati a quelli in cui vengono consumati. Allo stesso tempo, collaboriamo con i nostri clienti per sviluppare soluzioni su misura e innovative in grado di rispondere alle esigenze alimentari in evoluzione e ai trend emergenti in ogni parte del mondo. La nostra azienda ha la sede legale a Ginevra, in Svizzera, e la sede centrale a St. Louis, Missouri. Contiamo circa 23.000 dipendenti, operanti in circa 300 strutture situate in più di 40 paesi.
Comunicazioni – Pubblicazioni Generali 11/03/2025
Rossi che ha tracciato le direttrici dello sviluppo del Porto di Ravenna, del quale è stato Presidente per oltre 8 anni, esemplari di quella nuova visione strategica che si deve avere dei porti, ovvero quali hub non solo logistici ma anche energetici e digitali. A questa visione deve essere legato ogni progetto che miri a coniugare il potenziamento dello scalo (infrastrutturale, dei servizi e della logistica) alla sostenibilità ambientale ed all’efficientamento energetico, nel segno di una sempre maggiore sicurezza del lavoro e della navigazione. Al dibattito, moderato da Nicola Capuzzo, sono intervenuti, oltre al Commissario Rossi, Andrea Annunziata, Commissario AdSP del Mare Tirreno Centrale, Vincenzo Garofalo, Presidente AdSP del Mare Adriatico Centrale,  Luciano Guerrieri, Presidente AdSP del Mare Tirreno Settentrionale, e Massimo Seno, Commissario AdSP del Mare Ligure Occidentale.
Comunicazioni – Pubblicazioni Generali 11/03/2025
Rappresentanti di VODAFONE Business Italia ed il Segretario Generale dell’Autorità Portuale di Ravenna, Fabio Maletti, nel corso di un evento dedicato a smart ports, green ports, alle nuove tecnologie e agli scenari che queste prefigurano in termini di automazione, sicurezza e sostenibilità nei porti e negli interporti, hanno illustrato il caso del porto di Ravenna, primo caso concreto di digitalizzazione portuale che vede, tra i tanti progetti in corso di realizzazione in questo settore nello scalo emiliano romagnolo, l’entrata in funzione della prima rete 5G a copertura di un intero ambito portuale, che permetterà ad operatori ed utenti portuali di usufruire in piena sicurezza dei benefici legati all'utilizzo delle nuove tecnologie.

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