A Ravenna importante convegno su: “Il Gas Nazionale, risorsa necessaria per indipendenza e transizione energetica – Il caso della ceramica.”

Data pubblicazione: 18/11/2022

Tipo Documento: Comunicazione

Settore: Pubblicazioni Generali

Numero: 53

Un momento dell’intervento della Viceministra Vannia Gava

 

Presentazione dello studio curato da NE Nomisma Energia per Confindustria Ceramica in un convegno oggi a Ravenna.

L’intervento del Presidente dell’AdSP Daniele Rossi

 

Si è tenuto questa mattina a Ravenna, presso la sede dell’Autorità Portuale, il convegno ‘Il Gas naturale, risorsa necessaria per indipendenza e transizione energetica. Il caso della Ceramica’, aperto dai saluti del Sindaco di Ravenna Michele De Pascale e dal Presidente dell’Autorità Portuale Daniele Rossi. Davide Tabarelli Presidente di Nomisma Energia ha presentato uno studio che è stato oggetto della tavola rotonda successiva a cui hanno preso parte Aurelio Regina, Delegato Energia per Confindustria, Marco Falcinelli, Segretario Generale Filctem CGIL, Lapo Pistelli, Director Public Affairs Eni, Stefano Venier, Amministratore Delegato Snam e Giovanni Savorani, Presidente di Confindustria Ceramica. Le conclusioni sono state tratte da Vincenzo Colla, Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Emilia Romagna e da Vannia Gava, Vice Ministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica.

La produzione nazionale di gas naturale deve ripartire, dopo anni di declino, al fine di attutire gli effetti della crisi energetica in atto, la più grave della storia moderna d’Europa. Su 76 miliardi di metri cubi di gas che l’Italia consuma ogni anno, solo 3 sono prodotti internamente, mentre il resto è importato.

La valorizzazione delle risorse nazionali è un obbligo anche per motivi ambientali. Il trasporto del gas importato verso l’Italia comporta rilevanti consumi di energia e determina perdite di metano in atmosfera, il cui effetto serra è duecento volte quello della CO2. Le emissioni di CO2 per il trasporto di gas verso l’Italia sono stimate in 26 milioni di tonnellate/anno, pari al 6% del totale di emissioni italiane.

Le riserve sono ancora abbondanti, accertate fra i 50 e i 100 miliardi di metri cubi, ma possono essere in realtà superiori, perché le stime precedenti sono riferite a carte geologiche vecchie di 30 anni e con prezzi del gas inferiori di 5 volte a quelli attuali. Tenuto conto dei prezzi più alti, degli straordinari miglioramenti nella ricerca e nella tecnica di produzione, le riserve possono raddoppiare.

Nell’arco di 2 anni la produzione attuale di gas nazionale potrebbe quindi raddoppiare a 6 miliardi e, in prospettiva, potrebbe tornare a superare i 10 miliardi di mc.

Non valorizzare le risorse naturali interne e importarle dall’estero significa trasferire all’estero risorse economiche nazionali che attiverebbero PIL e occupazione in Italia. Nel 2022 la bolletta energetica batterà ogni record storico a 110 miliardi di €, oltre il 6% del PIL, valore superiore anche a quello del 1973. La produzione nazionale potrebbe dare un contributo a mantenere in Italia parte di queste risorse.

Solo un Paese che cresce, anche con le sue risorse minerarie, può finanziare e favorire con le tecnologie il percorso della transizione, necessario ma anche rischioso. Nei prossimi 10 anni è riconosciuto dalle stesse politiche ambientali che servirà ancora molto gas, con la domanda italiana che scenderà a 50 miliardi metri cubi nel 2035 dagli attuali 76.

Le potenzialità del gas nazionale sono una risorsa che può essere immediatamente utilizzata per aiutare le aziende che utilizzano molto gas e che sono le più esposte alla competizione internazionale così come all’emergenza energetica. L’industria ceramica, espressione del made in Italy nel mondo, è tra i principali settori che impiegano in modo intensivo il gas per il processo produttivo, in particolare per la fase di cottura. Pur essendo impegnato nel percorso di decarbonizzazione, il settore ceramico non ha nel breve periodo alternative tecniche e tecnologiche all’utilizzo del gas, quale combustibile fossile a minor impatto, né può ricorrere massicciamente all’elettrificazione del processo. Per continuare a investire e mantenersi competitiva sui mercati internazionali l’industria ceramica italiana deve poter fare affidamento sulla disponibilità del gas naturale a prezzi concorrenziali.

Il recente provvedimento di gas release adottato dal Governo, che prevede per le imprese un impegno di acquisto long term a condizioni predeterminate, è fondamentale per anticipare al nostro made in Italy le  future produzioni di gas nazionale a prezzi più bassi di quelli attuali.

Rimangono due temi da affrontare in sede di conversione ed attuazione del provvedimento.

Deve essere fissato il prezzo di cessione, da determinare ad un livello superiore ai costi di produzione, stimati in 10 € per megawattora, ma più basso degli attuali 100 €/MWh.

L’assegnazione dei volumi deve poi riconoscere priorità alle imprese che utilizzano maggiormente il gas, rispetto al vettore elettrico; quest’ultimo è infatti già stato oggetto di altri importanti provvedimenti normativi.

L’incremento della produzione di gas nazionale può avvenire nel rispetto dell’ambiente e in piena sicurezza. Le tecniche di estrazione applicate in Italia sono fra le più sofisticate in termini di sicurezza per le persone e tutela per l’ambiente circostante. Nessuno al mondo può vantare norme e tecniche per la produzione di gas naturale all’altezza di quelle italiane.

In questo quadro il prof. Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, nota che “il problema della subsidenza riguarda fenomeni circoscritti a giacimenti lontani dalla costa e nel raggio massimo di pochi chilometri e per fenomeni di abbassamento del terreno dell’ordine di frazioni di centimetro all’anno, sempre in aree dove si verifica una subsidenza naturale dalla quale è impossibile distinguere quella da estrazione di gas. Peraltro, la subsidenza antropica è causata soprattutto da estrazione di acqua dai pozzi per usi civili, agricoli e industriali. In Italia esistono milioni di pozzi; se fossero fondate le preoccupazioni circa i pozzi di gas naturale, allora andrebbero chiusi molto prima quelli per l’estrazione dell’acqua”.

La prospettiva di avere a breve un nuovo rigassificatore a Ravenna, grazie anche alla responsabilità della Regione Emilia-Romagna, rappresenta una garanzia per la sicurezza del sistema gas nazionale e costituisce un’opportunità unica per accompagnare l’industria ceramica della regione in un percorso di decarbonizzazione che conservi il lavoro di qualità che le aziende del settore assicurano nel territorio.

Ravenna, 18 novembre 2022

 

Per ulteriori informazioni:

Andrea Serri                           

   
Comunicazione tel. 0536 818111

 

fax 0536 807935 – cell. 348 1504905

e-mail: aserri@confindustriaceramica.it

Data creazione: 21/11/2022

Data ultimo aggiornamento: 24/11/2022

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In diminuzione sia gli sbarchi dei semi oleosi, con 312.662 tonnellate (-2,0%),siagli oli animali e vegetali, con una movimentazione di 152.801 tonnellate (-21,4%). I materiali da costruzione hanno registrato una movimentazione complessiva di 989.196 tonnellate, in diminuzione del 17,6% rispetto al 2023 (quasi 212 tonnellate in meno); in calo, in particolare, le materie prime per la produzione di ceramiche del distretto di Sassuolo, con 875.692 tonnellate (-20,9%, e 231.133 tonnellate in meno). In crescita,rispetto allo stesso periodo del 2023, la movimentazione sia dei prodotti metallurgici, pari a 1.388.839 tonnellate (+12,1% e quasi 150 mila tonnellate in più), siadei prodotti petroliferi, pari a 688.354 tonnellate (+11,6% e 71.604 tonnellate in più), sia dei concimi, pari a 611.205 tonnellate (+36,8% e 164 mila tonnellate in più). In lieve flessione i prodotti chimici (-0,3%), con 311.392 tonnellate. Icontenitori, nel primo trimestre del 2024, con 45.979 TEUs, sono diminuiti del 15,8% rispetto al 2023 (8.627 TEUs in meno), un calo che ha riguardato sia iTEUs pieni, pari a 35.786 (il 78% del totale dei TEUs), in calo del 13,9% rispetto al 2023 (5.776 TEUs pieni in meno), sia i TEUs vuoti, pari a 10.193, in calo del 21,9% rispetto al 2023 (2.851 TEUs vuoti in meno). In termini di tonnellate, la merce trasportata in container nel periodo, pari a 504.229 tonnellate, è calata del 15,8% rispetto al 2023. Sono 2 in più, invece, rispetto al 2023 le toccate delle navi portacontainer, pari a 110. Negativo il mese di marzo con 17.837 TEUs movimentati, di cui 13.679 pieni (-20,9%) e 4.158 vuoti (-22,3%), per 192.067 tonnellate mensili corrispondenti (-23,7% rispetto a marzo 2023). Negativo il risultato complessivo nei primi 3 mesi del 2023 per trailer e rotabili, in leggero calo dell’1,1% per numero di pezzi movimentati (21.272 pezzi, 229 in meno rispetto al 2023) e in diminuzione dell’11,2% in termini di merce movimentata (430.379 tonnellate). Andamento analogo per i trailer della linea Ravenna – Brindisi – Catania, dove i pezzi movimentati, pari a 17.007, sono calati del 18,7% rispetto al 2023 (3.919 pezzi in meno). Risultato ottimo nei primi 3 mesi del 2024 per le automotive che hanno movimentato 3.676 pezzi, 3.354 pezzi in più rispetto ai soli 322 pezzi del 2023, grazie anche al traffico di vetture BMW sbarcate al terminal Sapir e dirette verso i mercati dell’Asia Orientale. Per quanto riguarda il traffico crocieristico, nel primo trimestre del 2024 si sono registrati 8 scali di navi da crociera (contro i 2 scali dello stesso periodo del 2023) per un totale di 368 passeggeri (+304,4%), mentre nel mese di marzo si sono registrati 3 scali di navi da crociera, per un totale di 142 passeggeri in “transito”.   Dai primi dati rilevati sul PCS, per il mese di aprile 2024, si stima una movimentazione complessiva pari a 2 milioni di tonnellate, in diminuzione (-6,9%) rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Positivo il risultato dei materiali da costruzione, in aumento di oltre 30.000 tonnellate (+9,8%), mentre tutte le altre merceologie mostrano segni negativi. in particolare gli agroalimentari liquidi risultano in diminuzione di oltre 30.000 tonnellate (-33,1%), degli agroalimentari solidi, calano di quasi 40.000 tonnellate (-13,5%), i concimi diminuiscono di quasi 67.000 tonnellate (-35,8%), i metallurgici calano di 35.600 tonnellate (-6,1%). In aumento rispetto ad aprile 2023 la merce su trailer sia per quanto riguarda le tonnellate (+5,1% in più) sia per il numero di trailer, con 59 pezzi in più (+1%). Si stima in calo la merce in container sia per quanto riguarda le tonnellate (quasi -12% in meno) che per il numero di TEUs (1.341 in meno, con un calo del 6,3%). Il primo quadrimestre 2024 dovrebbe chiudersi, in sintesi, con una movimentazione complessiva di poco più di 8,1 milioni di tonnellate, in calo di circa il 6,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Come progressivo, sono in crescita i concimi, per 97.000 tonnellate (+34%), i petroliferi per oltre 52.000 tonnellate (+6,2%) e i metallurgici per oltre 114.000 tonnellate (+6,3%). In calo di quasi il 25%, invece, gli agroalimentari liquidi (quasi 100.000 tonnellate in meno), di oltre il 23% gli agroalimentari solidi (oltre 350.000 tonnellate in meno). In diminuzione (-12%) anche i materiali da costruzione, per oltre 180.000 tonnellate in meno. Stima negativa nei primi 4 mesi del 2024 per i container, con quasi 66 mila TEUs (quasi 10.000 TEUs in meno; -13,1% rispetto al 2023); dal punto di vista dei volumi movimentati, la merce in container è stimata in 712 mila tonnellate, in diminuzione del 14,8% rispetto al 2023. In calo il numero dei trailer movimentati che, nel primo quadrimestre del 2024, dovrebbero raggiungere i 23.000 pezzi (quasi 3.900 pezzi in meno, -14,4%) e con la merce su trailer attestata su poco più di 570 mila tonnellate, in diminuzione del 7,7% rispetto a quella movimentata nello stesso periodo del 2023.   A cura del Servizio Analisi e Statistica (Direzione Operativa)
RAVENNA SMART PORT - PROGETTI IN CORSO E OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE
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